Dalla montagna con furore…

Sono rientrati i ragazzi che, durante la Settimana Integrativa, hanno seguito il laboratorio esterno di sci a Falcade, organizzato dall’energica e volitiva prof.ssa Raffaela Basili. Una settimana di sci ed educazione ambientale ad alta quota difficile da dimenticare…

Una carrellata di immagini:

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A scuola di bocce!

“Bloggando”, “Mattonellando”, “Schitarrando”…il gerundio l’ha fatta da padrone nei laboratori della Settimana Integrativa di quest’anno; la tentazione di usarlo una volta in più era forte, ma “Bocciando” suonava proprio sinistro e inquietante. In fondo, sono stati  i ragazzi a “bocciare”…Per una settimana,  infatti, a scuola di bocce alla scoperta di uno sport tanto antico quanto attuale, senza tempo. Un gioco moderno dal cuore antico. E’ questo il titolo di una piccola ricerca che i redattori di “Bloggando” hanno svolto…e che qui vi presentiamo.

Le prime tracce del gioco delle bocce? Risalgono addirittura al 9000 a.C., in Turchia. Incredibile. Anche gli Egiziani lo conoscevano, come testimoniano alcune rappresentazioni grafiche del 5200 a.C. In Grecia era consigliatissimo per mantenersi in perfetta salute. Erano entusiasti di questo sport anche gli antichi Romani, che lo appresero dai Greci e lo diffusero in tutto l’impero.

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Ai Romani deve tanto il gioco delle bocce, a partire dal nome che deriva dal latino volgare “bottia”, cioè “palla”! E sono i Romani ad aver praticato per la prima volta questo gioco in modo abbastanza simile a quello odierno. Piccola differenza: all’inizio usavano le noci di cocco africane!!! Poi le hanno costruite con legno di ulivo. Augusto ha nobilitato lo sport delle bocce a tal punto che farne lo sport degli uomini di stato e dei sovrani, addirittura.

Nel Medioevo è arrivato il grande boom che ha diffuso rapidamente in Europa il gioco delle bocce, affascinando tutti, dai nobili ai diseredati. Era così popolare che rischiava di distogliere anche dal tiro con l’arco o da altri esercizi militari, tanto che qualche re arrivò a proibirlo per non mettere a rischio i propri regni!!! Si pagavano multe salate e si poteva pure finire arrestati, come ad esempio nella Venezia del XVI secolo. Anche la Chiesa cattolica, negli anni della Controriforma, condannava duramente le bocce come un gioco d’azzardo peccaminoso. Intanto, però, spopolava nei paesi protestanti, come l’Inghilterra. Elisabetta I e Francis Drake ne erano grandi appassionati.

Che dire: proprio un gioco regale…che regala emozioni e coinvolge tutt’oggi. Ecco i nostri atleti in azione. O meglio, prima si ascolta, si osserva…

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poi si tenta…

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 e si ritenta…

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Grazie quindi alla Bocciofila di Petritoli per aver rinnovato la collaborazione con la scuola.

Fedeli emozioni!

Be’, che dire: quando le parole escono da sole, sollecitate appena dalla domanda “Cosa vi è rimasto più impresso del laboratorio Ottica ed emozioni, tenuto dal prof. Ettore Fedeli”?, allora vale la pena fermarsi un attimo, mettersi attorno a un tavolo e lavorare di penna..ops di tastiera per aiutare i ragazzi a dare forma ed espressione ai loro ringraziamenti. Chi sono? Due tra i piccoli “scienziati” delle classi prime, con i quali ha lavorato “Ettore”  durante la Settimana Integrativa. Un gradito ritorno nella nostra scuola il suo,  dopo un paio di anni, quando portò in teatro a Petritoli una lezione-spettacolo sull’ottica, tenuta dagli alunni stessi. Oggi preferiamo lasciare ad altri ragazzi il piacere di presentarvelo, non per il suo curriculum straordinario, ma per quanto ha saputo lasciare addosso agli alunni del suo laboratorio. Ecco il grazie di Rigels e Alessio, a nome di tutti: neanche 24 anni in due. Conosciamo abbastanza Ettore, la passione che lo anima e il suo straordinario progetto didattico su scienza ed emozioni per dire che i due “ragazzuoli” hanno davvero colto nel segno, fin dal titolo…

Fedeli emozioni…

Grazie prof Fedeli di averci arricchito di insegnamenti non facili all’apparenza, ma tu ce li hai resi accessibili. Siamo stati i piccoli “ladruncoli” e tu il “ derubato”: ovviamente stiamo scherzando, ma da te abbiamo appreso che la fisica non è cosi “orribile” come si pensa: tutto dipende da come la si insegna e tu lo hai fatto in un modo stupendo, coinvolgendoci, facendoci anche ridere ma, soprattutto, sorprendendoci con i tuoi esperimenti. Abbiamo capito che tutto ciò che “percepiamo” e ci circonda ha un significato e che a volte questo può sfuggirci. Quindi grazie. A casa ci portiamo, infine, il più importante degli insegnamenti: non si smette mai di imparare perché ogni giorno è una nuova esperienza.

Grazie prof.

12 marzo 2016

I ragazzi dell’IC Petritoli

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Emozioni in gioco…la settima integrativa delle classi terze

La Settimana Integrativa si è conclusa con soddisfazione di tutti, alunni in primis, docenti ed esperti esterni e tutti quelli che, a vario titolo, hanno contribuito a renderla possibile. La redazione di “Bloggando” resta aperta e pubblicherà i ringraziamenti di rito, ma vogliamo prima proporvi il resoconto che è stato letto dai ragazzi di terza lo scorso sabato 12 marzo, ultimo giorno della Settimana Integrativa, sul particolare percorso seguito e incentrato sulle emozioni. Ringraziamo la prof.ssa Elisa Grilli per avercelo fornito. 
[la Redazione di Bloggando]

 

Nora: Le emozioni sono “ciò che si muove dentro”, ma anche “ciò che ci muove a…”, ciò che ci dà la motivazione per agire, incontrare e sperimentare, per apprendere ed… essere. È proprio in relazione a questa consapevolezza che nasce la necessità di una educazione emotiva.

Andy: Conoscere e sapere gestire le emozioni non significa imparare, per esempio, a non arrabbiarsi. Significa permettere alla nostra emozione di liberarsi senza che ne siamo sopraffatti. Significa riconoscere e chiamare per nome le emozioni.

Loredana: Vuol dire comprendere il nostro spazio interiore e quello degli altri per valorizzare al meglio il vissuto nostro e di chi ci sta accanto, ci ricorda che esprimersi liberamente e comunicare emozioni sono forme di condivisione autentica, nel rispetto di sé e dell’altro.

Elvis: L’emozione è alla base della relazione; la relazione è alla base della vita stessa. Lo sperimentiamo tutti i giorni e, in questa settimana, abbiamo avuto l’occasione di farlo più intensamente.

Aurora: Nel percorso di teatro abbiamo giocato col corpo, la voce e la mente; abbiamo esplorato l’importanza dell’ascolto, la fiducia, la concentrazione, mettendole in pratica nei giochi di squadra, nell’improvvisazione teatrale.

Nora: Studiare e plasmare un volto, che è la sede principale di un’emozione espressa, ci ha coinvolti nel percorso di arte, mentre in quello di “Ottica e emozioni” abbiamo sperimentato come mente ed emozioni siano strettamente in connessione, così come lo sono la scienza e l’arte. C’è stata poi occasione per riflettere sul concetto di immagine, su come la mente la elabora e sulla relazione che c’è tra quel che vediamo e ciò che sentiamo, tra ciò che percepiamo e quel che riteniamo reale.

Andy: “Quel fantastico peggior anno della mia vita”, il film visto nel percorso di cineforum, ci ha fatto commuovere, sì, ma ci ha anche mostrato l’importanza di non aver paura di vivere le emozioni, belle o brutte che siano.

Loredana: Nel percorso di educazione all’affettività abbiamo condiviso il rispetto delle differenze di genere e della diversità, puntando l’attenzione sull’importanza del proprio corpo favorendo maggiore consapevolezza sullo sviluppo sessuale ed affettivo che caratterizzano la nostra fase adolescenziale.

Elvis: Il percorso dello yoga della risata ci ha permesso, attraverso esercizi di respirazione profonda, rilassante, e naturalmente tante risate a crepapelle…, di sentirci liberi dalle nostre consuete inibizioni di adolescenti, spesso troppo attenti o condizionati dal giudizio altrui. E’ stato bello scaricarsi e rigenerarsi, per accrescere l’autostima e il pensiero positivo, senza avere “vergogna” di noi stessi o di come possiamo apparire agli altri per quel siamo.  

Aurora: Questa settimana ci ha insegnato a gestire le nostre emozioni, ad aprirci con gli altri, a vedere la vita da un altro punto di vista, ci ha insegnato a metterci in gioco. La settimana per noi è stata innovativa, grazie ai nuovi laboratori che ci hanno offerto nuove esperienze.

 

 

 

Basket

Il basket è sempre stato uno sport che mi ha appassionato poco: ad esempio, se posso andare via, amen, non è che mi dispiaccia troppo… ma la settimana integrativa mi ha fatto cambiare idea. Guardate l’insegnante che prepara i ragazzi con un esercizio a slalom…

 

Un grande diceva: “cosa c’è di più divertente di due palleggi e un tiro a canestro?” Adesso io rispondo: “ dieci palleggi e cinque tiri a canestro”.

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Lotte per la palla sono lo spettacolo più bello del basket, a mio parere. Guardate lo scatto qui sopra.

E questo duello?

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Ok, ok,  lo scatto è sfocato, ma non è mica facile fare una foto se…non stanno fermi i giocatori!!!! E poi, meglio così: è a fuoco il pallone, è quello che conta!! Se non c’è quello…

Ecco invece il gruppo dei piccoli, futuri NBA…con l’esperto esterno Simone Del Prete e una delle nostre docenti, prof.ssa Cinzia Sorgi, che insieme alla prof.ssa Tatiana Massi ha collaborato al corso…

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Fiori di carta

Da poco un ragazzino spopola in televisione con un termine che è diventato un tormentone: “petaloso”. Ma che aggettivo è??? Che importa, trasgrediamo un po’ la grammatica!! Significa morbido, profumato e bello come un fiore. Be’, se così è, anche qui a scuola facciamo rose petalose. La differenza con le rose del giardino? Sono di carta e non hanno spine.

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Ed è con questi fiori petalosi che si creano fantastiche composizioni floreali, come queste.

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Niente male, ma come si fanno vi chiederete? . Guardate il video: non sono davvero petalose?

 

E chiudiamo con una citazione petalosa: “Un fiore è breve, ma la gioia che dona in un minuto è una di quelle cose che non hanno un inizio o una fine (Paul Claudel)

 

 

Mattonellando

Chi l’ha detto che delle semplici mattonelle non possano essere fonti di ispirazione?Quest’anno, ad esempio, volevamo creare una favolosa insegna, col nome della nostra scuola. Ma come farlo? Ed ecco la risposta della Settimana Integrativa, con le mattonelle..

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…e con tanta fantasia

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Ma ci vuole poi il lavoro paziente dell’artigiano…Guardate!

Ed ecco una carrellata di foto fino al risultato “quasi” finale, E bravi i nostri “mattonellandi”…

 

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Il disegno preparatorio da riportare sulle mattonelle…

 

 

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Una prospettiva del lavoro, sotto gli occhi attenti ed esperti della prof.ssa Ficcadenti

Con la tecnica antica dello “spolvero” ogni disegno può essere riportato ovunque…Ecco la prova! Vedere per credere, ragazzi…

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Et voila!!

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“Schitarrando”…

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Distruggere le chitarre ai concerti è un cosa scontata, fa molto…rock.

Qui da noi, durante la Settimana Integrativa, suonare è una cosa un po’ più tranquilla, ma non mancano il  divertimento e la costanza.

A proposito, leggete questa: “Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono di una chitarra”; è una frase di Jim Morrison: lui era un ribelle, si dice di solito, ma aveva anche un animo sensibile e questa sua frase rappresenta in pieno questo nostro laboratorio…

Eccovi un mix di due brani, Bella di Jovanotti e Certe Notti di Ligabue…

 

Origami…

“Solo un pezzo di carta

Letto e riletto

Piegato e ripiegato”

A volte alcuni ricordi altro non sono che origami, l’arte di piegare la carta per dare vita ad oggetti, animali, figure di fantasia.

Esistono tradizioni della piegatura della carta in Cina, in Giappone e in Arabia. Secondo una leggenda, l’invenzione della carta sarebbe avvenuta proprio in Cina sotto il regno dell’imperatore Hedi.

Rane, tartarughine, coccinelle, cigni  hanno realizzato  i ragazzi, che in questa settimana si sono impegnati moltissimo per ri-creare un mondo di carta.

Ecco ad esempio una famigliola di rane:

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Ed ecco alcuni semplici passaggi seguiti dai ragazzi per creare un cigno:

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La nuova settimana integrativa: intervista alla prof.ssa PALLOTTINI

In questo articolo vogliamo farvi notare quanto sia diversa la settimana integrativa di quest’anno. Chi meglio della prof.ssa Pallottini, docente di Matematica nella nostra scuola, può spiegarcelo? E’ lei una delle colonne portanti del nostro Istituto, di settimane integrative ne ha viste, pensate e organizzate tante.

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Professoressa, perché esiste questa settimana integrativa? 

Per dare l’opportunità ai ragazzi di mettersi in gioco ed esprimere la creatività, scoprire e riconoscere le proprie attitudini, anche pratiche, interagire con altri in modo sereno.

 Quali differenze ci sono tra l’edizione del 2015 e quella di quest’anno?

Fino allo scorso anno tutti i ragazzi svolgevano due laboratori, in più le classi terze incontravano gli insegnanti delle scuole superiori, per l’orientamento. Abbiamo pensato di rinnovarla un po’: perché?  Mah, dopo tanti anni…il rischio era l’elettroencefalogramma piatto!!  No, no, scherzo. Sono stati anni bellissimi e pieni di soddisfazioni; per questo non è stato facile cambiare, non volevamo snaturare la Settimana Integrativa: i laboratori dovevano restare il cuore...

 Come avete fatto, allora?

 Per le prime, visto che erano “novizie”, abbiamo lasciato la stessa formula; i ragazzi di seconda hanno frequentato invece dei laboratori pratici non solo a scuola ma anche presso altri istituti, come l’ITI Montani di Fermo, e il Centro di educazione ambientale Panta-rei di Passignano sul Trasimeno, dove hanno anche pernottato. Altri, insieme ad alcuni ragazzi delle classi terze stanno seguendo invece un laboratorio di pratica sportiva a Falcade, centrato non solo sullo sci ma anche sull’educazione ambientale. Per chi, delle classi terze, non ha invece optato per la montagna, abbiamo proposto un percorso di tutt’altro genere e nuovo per la Settimana Integrativa…

 Cioè, quale? E perché laboratori diversi per le terze?

Perché negli anni passati i ragazzi hanno già vissuto la Settimana Integrativa  e abbiamo voluto proporre un percorso differente, che consentisse loro di conoscere le proprie emozioni, di esserne consapevoli per esprimerle senza esserne sopraffatti, visto che sono ormai entrati nel periodo dell’adolescenza.

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 Un viaggio nelle emozioni, quindi?

 Esatto, per metterle in gioco e liberare il pensiero creativo, esplorare ciò che si muove dentro, ciò che ci dà motivazione, ci fa agire e apprendere.  I ragazzi seguono corsi di teatro, musica, arte, yoga della risata, educazione all’affettività e alla sessualità e pure…ottica.

 Come “ottica”? Che c’entra l’ottica con le emozioni?

Eh, buona domanda, anzi grazie di averla fatta: volevamo dimostrare che la scienza è anche sentimento, che tutto, anche il ragionamento logico, dipende e nasce dalle nostre emozioni. Senza queste facciamo davvero ben poco…

Arte e scienza allora, perché entrambe creano emozione…vedremo alla fine della settimana come sarà andata questa scommessa per una nuova settimana integrativa, più “movimentata” e diversificata del solito.